lunedì 12 ottobre 2009

Now and Then, Here and There

Titolo: Now and Then, Here and There
Titolo originale: Ima, soko ni iru boku (Adesso, il mio posto è qui)
Regia: Akitaro Daichi
Genere: Drama, Military, Sci-Fi, Post-Apocalyptic, Time Travel.
Studio: AIC, PIONEER LDC
Episodi: 13

Per quanto possiate dire dall'alto del vostro egocentrismo che non ve ne importa una sega, il vostro recensore preferito (ovviamente io, DD non se lo caga nessuno) ieri stava a letto per, ehm, problemi intestinali e non ha potuto postare nessuna recensione : ( Fortunatelli, ve la posto oggi, tanto! E pensate un pò, stavolta NIENTE JOSEI. Cazzo che bello. Eccovi invece una deprimente storia di guerra come piace a voi: Now and Then, Here and There.



Anime di tredici puntate, trasmesso esattamente dal 14 Ottobre 1999 al 20 Gennaio 2000 su WOWOW ( stupidità del nome direttamente proporzionale al livello medio degli anime trasmessi, dato che si parla di opere come Baccano!, Kino's Journey, Cowboy Bebop, Neon Genesis Evangelion... e X, tanto per ricordarvi che le CLAMP spingono), opera che a mio avviso fa salire il Regista/Creatore Akitaro Daichi nell'Olimpo dell'animazione giapponese. E no, non cercate altra roba sua, che tanto non ha realizzato null'altro di decente (citatemi Kodomo no Omocha e vi pesto ndR.). Non essendo questo uno Slice of Life che tanto ci piacciono, diversamente dal solito sarò costretto a parlarvi davvero della trama. A dire la verità, non è certamente qualcosa che brilla per l'originalità: abbiamo un normalissimo ragazzo giapponese (così stereotipato da fare il giro e diventare new), Shu che vive una normalissima vita, fra scuola e kendo. Il suo essere stereotipato ci appare chiaro fin da subito: il ragazzo è iperattivo, ottimista, ingenuo e totalmente buonista, addirittura tanto da non sapere assolutamente nulla sul kendo, a parte forse fare degli ottimi urletti agitando a destra a sinistra la sua spada senza tecnica alcuna. L'avrete inquadrato, immagino. Ecco, ora, se noi fossimo in un qualsiasi anime dell'apparato riproduttivo maschile (ciaonaruttocomeva) il ragazzino ovviamente vincerebbe, perché, bhé , il cuore è la cosa più importante e lui ama quello che fa quindi è più forte di tutti e spakka i quli bla blah. Bhé, invece no. Il ragazzo è una vera schiappa a kendo, difatti perde facendo una pessima figura proprio davanti alla ragazza dei suoi sogni. Così, umiliato , va per la sua strada sino a che non nota sulla sommità di una ciminiera una ragazza, intenta ad ammirare il tramonto. Così, colpito dalla ragazza (che per inciso si chiama Lala Ru) si arrampica sulla ciminiera gemella. Con il senno di poi sono quasi del tutto certo che non sia stata poi una grande idea, dato che dal nulla appaiono delle strane macchine guidate da uomini che hanno tutta l'aria di essere soldati in divisa che, guarda caso, puntano proprio alla povera Lala Ru, che disperatamente chiede l'aiuto dell'unica persona nei paraggi, ovvero il nostro Shu. Il quale ovviamente, pur non conoscendola non potrà esimersi dall'aiutarla (reotipostereotipostereotipostereotiposte) finendo così (ovvio, l'abbiamo detto prima, è una schiappa) catturato dai soldati e teletrasportato in un futuro post Atomico (diciamo qualche miliardo di anni?) quando oramai la terra non è nient'altro che una distesa sabbiosa distrutta dalle ricorrenti guerre provocate da un tiranno oramai impazzito e fuori controllo. Ma ritornando ai fatti, Shu si ritroverà appunto in una luogo (anzi, tempo) totalmente estraneo, un'altissima torre metallica, dalla quale cercherà immediatamente di scappare (senza avere la benché minima idea di dove sta andando) portando con sé Lala Ru, dalla quale verrà immediatamente separato nella fuga, essendo stata catturata (dicevamo, è una schiappa quel ragazzo). Ma pur divisi, Shu prenderà con sé il ciondolo della ragazza (il vero motivo per cui era inseguita) e giurerà a sé stesso di riuscire a salvarla.

La trama, anzi, le premesse, a grandi linee ve le ho raccontate. E come potete notare, se avete un minimo di cultura sull'animazione giapponese (ovvero non limitata alle ciofeche, ciaonaruttocomeva), non si tratta assolutamente di un capolavoro d'originalità. Allora, cosa ha quest'anime che lo rende tanto meritevole? Molto semplice. Manca di una cosa che da vent'anni a questa parte ha afflitto un buon 70% del mercato anime. Il buonismo. In Now and Then, Here and There, non c'è traccia di buonismo. Anzi, il buonismo viene costantemente attaccato, messo alla prova dalla realtà di un paese distrutto, oppresso, povero e ormai arreso. Un buonismo che non ha ragione di esistere se non in forma di ipocrisia, un buonismo che addirittura viene visto come una debolezza, un qualcosa di cui vergognarsi. Un piccolo (davvero, davvero minimo, chi ha visto la serie capirà cosa intendo) spunto di questo l'abbiamo notato anche prima nell'incontro di kendo perso da Shu. Perché il buonismo, in questo mondo devastato dai conflitti e dalla fame, è appunto rappresentato da Shu, ottimista e buono, convinto che tutto, in ogni caso, in qualsiasi caso, andrà bene. E davvero, lui ci crede. Non è ipocrisia, lui ne è davvero convinto. E' appunto questo a colpire nell'anime: l'estrema crudeltà, serietà e crudità dei fatti. Un mondo crudele, dove tutti sono sia vittime che carnefici, dove nessuna speranza è abbastanza forte da farti sopravvivere. Una realtà sofferta, tipica anche del mondo di oggi (Now and Then), dove non bastano le belle parole a salvarti. Una realtà dove stupri mirati a ingrossare le file dell'esercito, torture a ragazzini sono all'ordine del giorno. Una realtà dove non è che il bene e il male non si distinguano: semplicemente il male risiede da entrambe le parti, profondamente radicato nella psiche umana. In quest'opera le persone muoiono e soffrono, ma lo fanno realmente. L'estrema empatia data della crudità dei toni e dall'ottima caratterizzazione dei personaggi fa si che tutti vengano percepiti come reali, invece che un inutile stereotipo parodistico tipico degli anime che tanto vanno al giorno d'oggi. Un simbolico esempio, parliamo del personaggio forse più riuscito dell'anime, ovvero Re Hamdo, il tiranno impazzito e fuori controllo. Nessuno, inizialmente, dice che lui sia impazzito. E' lo spettatore stesso, che notando il gesticolare furibondo, le parole incoerenti, le sue manie di persecuzione e la sua estrema violenza irrazionale (la quale raggiunge l'apice probabilmente nel simbolico gesto di strangolare un gatto durante un attacco d'ira) riesce a rendersi conto che Hamdo è per l'appunto un pazzo, distrutto da tante paure e da tanti traumi subiti negli anni di tirannia. Perché checché se ne dica, il potere logora davvero l'uomo.


Parlando del lato tecnico, non aspettatevi ovviamente la "magnifica" CG che oramai ficcano sempre più senza bisogno alcuno. Dopotutto si tratta di un anime del 1999, per cui molte persone non abituate potrebbero storcere il naso nel vedere i disegni un pò "retrò" e le animazioni abbastanza datate (le quali, comunque, fanno davvero il loro lavoro). Non fermatevi comunque a questi piccoli difetti (non me la sento neanche di definirli così, il tempo è inesorabile dopotutto).
Per quanto riguarda le musiche, davvero ottime. Si tratta di un fantastico lavoro di Toshio Masuda, che per quanto mi riguarda non mi ha mai deluso. Ricordiamolo ad esempio per le musiche, di Excel Saga, Mahoromatic, Mushishi, Ghost Hunt e persino (ritorna sempre) Naruto.


1 commenti:

Creed ha detto...

Mi incuriosice, davvero bello.

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