Sahara Mizu ( Acqua Sahara inteso come il deserto? Come a dire un'oasi in mezzo al nulla? Uhm, faccio un poco di fatica a volte a capire cosa passa nella testa degli autori quando si scelgono un nome d'arte. Voglio ben dire, occhei il simbolismo od il mitismo ma proporsi come rara fonte di vita in mezzo al nulla mi pare un poco eccessivo; probabilmente però sono io che mi faccio troppi problemi in merito. Non lo nego. ) anche conoscitua col secondo nome di Sumomo Yumeka, è l'autrice che ha disegnato la versione a fumetti di 'Hoshi no Koe' also know as 'La voce delle stelle', adattamento di cui ha anche ampliato la trama rendendola forse più interessante e curata dell'originale. Ma non siamo qui a parlare di Tracer e rovine su Marte, bensì di questo slice of life che la brava J-Pop ha deciso, a buon titolo e con mia somma gratitudine, di pubblicare in Italia.
Annoveriamo alla J-Pop pure il merito di proporre, per i canonici 5,90 euro, un'edizione che offre anche le tavole a colori, acquerelli davvero apprezzabili dal punto di vista artistico. Sovracopertina buona carta e tutto ciò a cui ci ha abituato la j-pop, comprese date di uscita ballerine, off course...ma sono 4 uscite, solo restiamo uniti e speriamo.
Un poco di trama:
Uno studente, una studentessa più grande di lui.
La scintilla dell'amore, improvvisa e folgorante, unisce le due anime. Lui scopre l'amore, lei se ne va all'estero a studiare e lavorare.
Cinque anni dopo lui osserva la bara della ragazza di cui ha sempre aspettato il ritorno; a consegnare al ragazzo sconsolato le lettere che l'amata non gli ha mai spedito, sarà sua figlia di 5 anni e di cui non ha mai saputo nulla.
Comincia tutto così ed io voglio elogiare ampiamente la forte capacità espressiva con cui la mangaka impregna ogni tavola, ogni espressione; se a ciò sommiamo una elegante narrazione ed una capacità registica nella scelta delle inquadrature che non può non stupire giungeremo presto alla conclusione che questa non è un'opera leggera, spensierata, da leggere in solluchero mentre aspettiamo che Morfeo stenda le sue braccia su di noi.
Qualcuno potrebbe obiettare che oramai di sarariman grigi e tristi è piena tutta la letteratura orientale e ciò in parte è vero, ma la scelta di un soggetto conosciuto alla massa e di pubblico dominio serve solo ad aiutarci a prestare la dovuta attenzione ad altri elementi narrativi, più importanti certamente dell'abusato stereotipo.
Ritornano tutti i crismi con cui l'autrice ci ha coccolato in Hoshi no Koe, ovvero amore, lontanaza, intimità mentale e malinconia ma, a differenza di un disegno curato e dal tratto leggero, la storia è molto seria, adulta e matura nonostante l'aura di spensieratezza che aleggia su certe tavole.
Per questo non mi sento di consigliare questo manga a prescindere, molto dell'apprezzamento è in funzione di quanto siamo disposti a pensare, a ragionare sulle scelte e sulle vicende e su ciò influisce anche la nostra capacità di immedesimarsi nel protagonista.
Il rischio che qualcuno bolli My Girl con appellativi quali " gnè gnè pastelloso " è sempre dietro l'angolo...